giovedì 18 dicembre 2008

La rete

Quando nacque il Pd, Veltroni disse: "sarà un partito rete". Onestamente pensavo ad una rete diversa...

martedì 16 dicembre 2008

La questione morale

Credo che al povero Walter, peggio di così non potesse andare. La sconfitta non è figlia del successo del Pdl, nè tanto meno del buon risultato ottenuto da Di Pietro, ma delle strategie bizzarre e sconclusionate del "piccolo nulla". Inoltre, il recente arresto del sindaco Pd di Pescara, mette in luce il problema della "questione morale" a sinistra, più volte, invece, indicata come unica interlocutrice del centro-destra. Prima la Regione Abruzzo, poi il sindaco di Pescara e non ultima la richiesta di arresti domiciliari per il deputato Pd, Salvatore Margiotta.
Più che l'ironia da parte di Veltroni, servirebbe un bagno di umiltà dopo l'ultima, tragica e anche un pò comica"Walterloo".

martedì 2 dicembre 2008

giovedì 27 novembre 2008

La figuraccia del Comune di Milano

C'è chi, per giustificare la mancata concessione dell'Ambrogino d'oro ad Enzo Biagi, sostiene queste tesi. Altri, per fortuna, con lungimiranza, rispondono così. Che tristezza...

martedì 25 novembre 2008

La banalità del male

Ora, prima di buttare la chiave della cella, fateli lavorare come volontari nei centri grandi ustionati. Indegni.

venerdì 21 novembre 2008

venerdì 14 novembre 2008

In Italia vige la pena di morte

Oggi, almeno, ne siamo consapevoli. L'eutanasia è arrivata sino a noi. Un gran bel regalo di Natale...

giovedì 13 novembre 2008

Grazie Monsignor Maggiolini

Ricordare Monsignor Maggiolini, non è pratica complicata. Uomo schietto, non amava giri di parole. Ad esempio dell'islam (con la i minuscola) diceva: "Un islamico non potrà mai capire un occidentale e viceversa. Ormai c'è un'invasione in atto, c'è il pericolo che si "arabizzi" la cultura occidentale". O ancora: "Viviamo in una società marcia, dove legislatori vecchi e bacucchi vogliono scardinare la distinzione maschio-femmina". Per un grazie doveroso e sincero, bastano questi due piccoli ricordi...

mercoledì 12 novembre 2008

martedì 11 novembre 2008

L'avesse fatto Lui...

Il canale satellitare del PD, YouDem, ha rilanciato con geniale enfasi, arricchito anche da salaci commenti, questo video. Lo avesse fatto qualcun altro, il Corrierone nazionale, sarebbe stato così morbido ed ironico?

sabato 8 novembre 2008

Camilleri: la faccia tollerante della sinistra

Quando si arriva ad una certa età, invece di pensare all'orto di casa, a stare coi nipoti o alla bocciofila, si rischiano uscite imbarazzanti come questa. A noi, però, fanno piacere. Ci rendiamo conto di chi abbiamo davanti. La vera immagine della sinistra veltroniana. Domani si festeggia la caduta del muro di Berlino. Lo ricordi anche Camilleri, sempre che la memoria funzioni ancora. Il cervello, senza dubbio, qualche colpo l'ha perduto...

giovedì 6 novembre 2008

L'amletico dubbio

Scorrendo i giornali, stamane, non sono riuscito a darmi pace. Avrà più ragione lui o lui? Ah, dimenticavo: Wall street -5%. Il nuovo piace!

mercoledì 5 novembre 2008

E' arrivato l'uomo nero

Ha vinto Obama. Viva Obama? Non proprio. Credevo che, dopo l'11 settembre, la lotta all'islamismo fosse di casa negli States. Ed invece, l'onda anomala dei media liberal americani che da mesi soffia senza soluzione di continuità in favore di Barack Hussein Obama (questo il nome, meglio ricordarlo per il futuro), ha avuto il sopravvento. Una politica economica di stampo socialista è stata più che ventilata in campagna elettorale. Per quanto riguarda guerra e politica estera non ci resta che attendere. Nella speranza, come diceva Troisi, che non ci resti che piangere! Un consiglio al neo presidente degli Stati Uniti (se posso permettermi): ai piagnoni pacifisti che ci sfiniscono con Guantanamo, ricordo che esistono anche le prigioni di Teheran dove cittadini americani vengono rinchiusi con banali pretesti e dei quali nulla si sa. Lo ricordo a lei, e ai suoi amici, elettori pacifisti. Nella sconfitta io resto con "Joe the plumber". Una nota positiva, forse, questa elezione ce la concederà: lo stop ai film di Michael Moore! Ora non servono più...

martedì 4 novembre 2008

Festeggiare con moderazione

Un articolo intelligente, critico e brillante. Anche noi abbiamo la nostra "nouvelle droite". Per fortuna.

giovedì 30 ottobre 2008

Meditazioni

Dice Franco Cardini: "Durante la seconda guerra mondiale, abbiamo avuto un fenomeno diffuso di non-militari che sparavano sui militari tedeschi, e per queste persone abbiamo usato ordinariamente il termine di partigiano, che è sininimo di patriota. E queste persone non le consideriamo terroristi. Allora mi chiedo, alla luce di tutto questo, quando un afghano spara contro un soldato della Nato, dobbiamo considerarlo un terrorista o un patriota? Questo non mi è chiaro."

Dedicato a Veltroni

"Ogni partito vive della propria mistica e muore della propria politica"
Charles Péguy, Notre Jeunesse, 1910

mercoledì 29 ottobre 2008

E qualcuno ancora dubita...

Se, nel caso, vi fosse ancora qualcuno che dubiti di cosa sia l'islam, realmente, nelle sue manifestazioni più grette e deteriori, più odiose e violente, consiglio loro di leggere questo articolo.

lunedì 27 ottobre 2008

Adbondandis adbondandum!

Per capire Veltroni bisogna scomodare i grandi comici del passato. Come Totò. "Ma si, fai vedere che abbondiamo. Adbondandis adbondandum". I numeri della folkloristica manifestazione di Roma, ci insegnano che i contenuti non contano. Non fosse altro che a Roma di contenuti ne abbiam sentiti pochi, tranne uno ben chiaro e definito: l'antiberlusconismo. Ce ne fosse una a settimana di manifestazione così. Avremmo la certezza di rendere davvero questo paese diverso...e migliore di chi fa opposizione.
Caro Walter, ricordati Totò: "Ma mi faccia il piacere!"

giovedì 16 ottobre 2008

La dura vita dei cattolici PD

L’annus horribilis di Veltroni e del suo partito non è ancora terminato. Non è solo la presenza di Berlusconi, cui i sondaggi danno un indice di gradimento altissimo, ad impensierire il leader Pd, ma anche il conflitto interno alla corrente teodem, dove preoccupa, in modo profondo, la figura e il ruolo dei cattolici all’interno del maggior partito d’opposizione.
I primi malumori furono manifestati già in campagna elettorale dall’On. Paola Binetti, ai tempi dell’accordo con i radicali, e si acuirono con la successiva candidatura di Umberto Veronesi.
Si parlava, allora, del famoso codice etico, approvato con una certa fretta dalla direzione Pd e, evidentemente, ad oggi, non ancora metabolizzato.
I cattolici “a sinistra” appaiono sempre più imbarazzati, mal sopportati e componente marginale e non decisiva all’interno di un partito con velleità (future) di governo.
Non più tardi di 8 mesi fa, padre Bartolomeo Sorge, direttore di “Aggiornamenti sociali”, si esprimeva così sulla questione cattolica: “una cosa è che culture diverse si uniscano e trovino ciò che le unisce, altra cosa è imbarcare culture diverse che non condividono chiaramente i principi degli altri, solo perché si rischia di non avere il quorum”.
Recentemente Rosy Bindi ha scritto sulle colonne de “L’Unità” un interessante articolo dal titolo “I cattolici al tempo del Pd”, dove, sintetizzando, la tesi principale era di forte critica nei confronti dell’associazione “PeR” (vicina a Rutelli), reo di ricreare in realtà “un volto vecchio, quello gentiloniano della strumentalità con cui spesso sono utilizzati i cattolici in operazioni politiche di stampo moderato”.
All’On. Bindi, risponde piccato, il collega di partito Luigi Bobba, rilanciando il ruolo dei cattolici in politica (e nel Pd). PeR, replica, “è un modo per dire che non vogliamo essere confinati. Laicità non vuole affatto escludere l’essere cattolico in politica”.
E’ chiaro che "a queste latitudini” manchi terribilmente un partito come la Democrazia cristiana che, a torto o ragione, rappresentava gli orientamenti dei cattolici nella società italiana. Questo mondo, a sinistra, è alla ricerca di una identità politica. A destra, invece, è stato coltivato e forgiato con attenzione. Basti pensare alla “Carta dei valori” proposta da Berlusconi, dove viene esaltata la radice giudaico-cristiana dell’Europa, il sostegno alla famiglia (quoziente familiare), il rapporto fra pace libertà e diritti, l’importanza della sussidiarietà come nuovo modello di sviluppo, e non ultima, la necessità di riconoscere con chiarezza il ruolo attivo della famiglia, nella consapevolezza che questa non può essere sostituita da altre figure sociali.
Il bipolarismo ha colpito il mondo cattolico più duramente a sinistra che non a destra, ed è di fronte a quest’evidenza che si snodano le difficoltà dei “teodem”, vittime di una subalternità culturale a minoranze aggressive più che attive. Il mondo cattolico è indiscutibilmente l’asse portante della società italiana e non può farsi confinare nell’angolo.La confusione in cui versa il Pd, i limiti e le contraddizioni di questo “mutante della politica” che vanta al proprio interno anime troppo diverse per riuscire a sintetizzare un progetto di alternativa di governo, sono sintetizzate nel numero di correnti che lo compongono: Veltroni si è fatto la tv (YouDem), D’Alema si avvicina ai vecchi comunisti (vero Mussi?) con “Red”, alcuni ex popolari hanno fondato “White”, in contrapposizione all’ex presidente del consiglio, Enrico Letta 360, Rosy Bindi i “Democratici davvero”, Fioroni “Quarta Fase”, Rutelli, come sopra indicato “PeR”, Livia Turco ha creato “A sinistra”, Realacci “Ecodem”, Enzo Bianco “LiberalPd”, Morando “Libertà eguale”, Ivan Scalfarotto “I mille”, Mario Adinolfi “Generazione U”, Giovanna Melandri “Lib Lab”. Sarebbe utile ricordare al leader Pd che il mondo cattolico non è più solo un serbatoio di voti, ma una soggettività che può mettere in campo i propri valori. A destra, visto l’esito elettorale, l’hanno capito per primi.

martedì 14 ottobre 2008

La somala somara

Questo articolo di Paolo Granzotto mette in evidenza cosa è realmente il razzismo. Che suddetto sentimento di livore anti italiano provenga da una "signora" di colore non fa altro che spiegarci come si sia giunti, finalmente, ad una pari dignità di espressione, contenuti e valori. Io l'ho presa senza rancore, quindi, spero che anche lei, "signora" Valent non ne abbia a male se la mando a cagare. Monnezza schifosa!

venerdì 26 settembre 2008

Nostalgia canaglia

Oggi, i simpatici compagnucci de "L'Unità" hanno pubblicato una nota, questa, in prima pagina, destinata al portiere del Milan Cristian Abbiati che ha avuto il coraggio di dire quello che altri (più pusillanimi) avrebbero dovuto sostenere in sede politica. Un distinguo serio e coraggioso di un periodo storico denso di luci per il paese e non solo ombre come vorrebbero i Tranfaglia, i Colombo e i fazenderos della causa rossa. Saludos Cristian...No pasaran..

giovedì 11 settembre 2008

Per non dimenticare

Per un giorno almeno siamo stati tutti americani. Era l'11 settembre del 2001. A sette anni da quella data, i nostri media hanno già deciso il colpo di spugna, perchè quei 5.000 morti non fanno più notizia. A me, invece, il terrorismo ripugna. Quello islamico di più. Per questo motivo voglio ringraziare Giuseppe De Bellis che, scrivendo oggi questo articolo, ci ha riportati tutti alla realtà. Non desidero partecipare all'omicidio della memoria!

lunedì 8 settembre 2008

Io sto con Alemanno

L'Italia è una nazione meravigliosa. E' sufficiente un distinguo, peraltro tutt'altro che illogico, per scatenare un putiferio. Mi riferisco alle polemiche su alcune considerazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno sul fascismo e le leggi razziali. Considerare le "leggi razziali" come un errore clamoroso è ormai una ovvietà. Paragonare le stesse a tutto il percorso storico del ventennio è un altro, ulteriore, errore. Storicamente, noi italiani, non siamo mai stati antisemiti e il fascismo non è mai stato il male assoluto. Le leggi razziali, di converso, rappresentano la fine politica e culturale di quel movimento. Un dono fatto al nazismo con drammatica superficialità. Irreparabile. Il fascismo, però, è stato molto altro. Non riconoscerlo equivale a sostenere le tesi false che per 50 anni ci sono state propinate dalla nostra malandata scuola. Tutte le ideologie autoritarie sono state superate e giudicate dalla storia. A sinistra, però, riguardo agli orrori comunisti, si tende ad un giudizio assolutario. Se questa è la lezione che i Tranfaglia di turno vogliono appiopparci, risponderemo (provocatoriamente) con un "ME NE FREGO"!

venerdì 5 settembre 2008

La differenza

Ci sono voluti 34 anni per veder riconosciuto un risarcimento danni (morali e esistenziali) di 350 mila euro ai famigliari di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, massacrati dalle Brigate Rosse nel 1974 a Padova nella sede del Msi di via Zabarella. Questo il commento di Piero Mazzola, figlio di Giuseppe, dopo la sentenza: "Era un atto dovuto, farò di tutto per recuperare la somma che ci spetta, ma nessun centesimo verrà trattenuto dalla mia famiglia. Sarà devoluto tutto in beneficienza". Chapeau.

martedì 2 settembre 2008

I primi cento passi

E’ comune sentire identificare i primi cento giorni dell’operato di un governo come i più importanti. Il Consiglio dei Ministri presenta, oltre alla manovra finanziaria, i primi provvedimenti “strutturali” unanimemente considerati la cartina al tornasole di un’azione politica che, si spera per il Paese, coprirà l’intera legislatura.
In campagna elettorale i temi forti proposti dal PdL (e dai suoi alleati) sono stati sostanzialmente legati all’economia, alla sicurezza, al piano casa, all’emergenza rifiuti e alla volontà di riconsiderare la pubblica amministrazione come un valore aggiunto e di sviluppo per “l’azienda Italia”.
In parole povere, lotta ai fannulloni (come li ha chiamati il ministro Brunetta) e conseguente incentivazione economica e di carriera per chi, con senso del dovere, opera a favore del cittadino/cliente. Dal governo di centro-destra i cittadini si aspettano (giustamente) risposte serie e concrete. Le prime, sono arrivate in tempi strettissimi, spiazzando anche i più ottimisti sostenitori del premier Silvio Berlusconi.
Fra poco riapriranno le scuole. Ci sentiamo in dovere, quindi, di dare al governo i primi voti.
Non esiste cittadino italiano, minimamente senziente, che non consideri Napoli una delle più belle città d’Italia. L’immagine desolante che ne è scaturita in tutto il mondo durante l’emergenza rifiuti ci ha colpito e imbarazzato. Dalla prima riunione del consiglio dei ministri (21 maggio 2008), a quella che annunciava la fine dell’emergenza (18 luglio 2008) sono trascorsi poco meno di 2 mesi. Un successo politico e di coordinamento territoriale che ha visto fra i protagonisti il sottosegretario Bertolaso e il generale Giannini. Ho qualche sospetto sul perché l’amministrazione cittadina napoletana e il governo regionale campano non siano mai stati in grado di far fronte a questo scempio. Non è intendimento di chi scrive, però, polemizzare. Certo è che la nuova politica voluta dal premier con nuove misure di smaltimento e la messa in funzione del termovalorizzatore di Acerra ha prodotto risultati. Voto: 9
Il nodo economico di ogni paese è la riduzione del deficit senza aumentare le tasse. Unica politica attuabile è contenere la spesa pubblica. Qui, però ci scontriamo anche con fattori aleatori di economia mondiale e congiuntura sfavorevole. Energia nucleare, fondi per il sud, piano casa, investimenti e ricerca; c’è la volontà di favorire il rilancio della competitività del paese. Partiamo con una manovra di poco inferiore ai 35 miliardi di euro. Gli obiettivi non sono più a lungo ma a medio termine. Il voto è un 7. Per il momento, sulle intenzioni.
L’esigenza sicurezza è certamente il tema più sentito dai cittadini. In modo indiscutibile il centro-destra è stato premiato alle ultime elezioni proprio per l’attenzione rivolta a questo tema. L’ultimo caso dei due turisti olandesi aggrediti a Roma ha riportato con forza al centro del dibattito politico questo controverso problema. Cosa sta facendo il governo? Per cominciare ha facilitato le espulsioni, modificando i Cpt in Cie (Centri di identificazione e espulsione). Sembra una sfumatura, ma non lo è. Per chi delinque da clandestino, le pene sono aumentate di un terzo, è quindi riconosciuta l’aggravante per clandestinità. Sono aumentati i reati senza la sospensione del carcere. Confermata, inoltre, la linea di “certezza della pena” voluta in campagna elettorale. Oltre ciò, viene rilevata la necessità di precedenza per i reati più gravi (mafia, terrorismo, pirateria stradale e morti bianchi). Sulle morti bianche, dal governo ci attendiamo molto di più. Le morti sul lavoro sono uno scempio che una nazione moderna non deve permettersi. Voto: 6,5
Il piano casa è un obiettivo centrale del governo Berlusconi. L’importanza per molti giovani cittadini, e non solo, della certezza abitativa ha spinto la maggioranza ad articolare un “Piano Casa Nazionale” con uno stanziamento immediato di 800 milioni di euro, che cresceranno progressivamente con investimenti da parte di privati e l’utilizzo di strumenti incentivi urbanistici (con grande attenzione alle operazioni di project financing). Si è parlato molto in questi mesi di “sussidiarietà”. Il governo ha l’occasione di mettere davvero le esigenze della persona al centro della vita politica. I destinatari del piano sono le famiglie a basso reddito, le giovani coppie, gli anziani in condizioni economiche disagiate, gli studenti fuori sede e anche gli immigrati regolari a basso reddito con 10 anni di residenza in Italia e 5 nella regione. Voto: 7
Scompare dopo oltre 15 anni una delle tasse indubbiamente più odiose. L’Ici. Una tassa che colpiva la proprietà in modo ingiusto. Resta però un nodo gordiano da sciogliere: i comuni sfruttavano l’Ici per sostenere i servizi alla cittadinanza. Mancando questo tipo di entrata resta la difficoltà di operatività gestionale da parte delle amministrazioni locali. Il ministro Tremonti ha quantificato quest’operazione in 7,5 miliardi di euro per i prossimi 3 anni da coprire con la finanziaria. Partendo dal dato Istat che evidenzia come solo 3 comuni su 106 riescono a mantenersi da soli, qualche perplessità sull’abolizione dell’Ici (senza, magari, una tassa sostitutiva che favorisca la stessa copertura finanziaria) resta, pur considerando positiva la cancellazione di una tassa ingiusta. Voto: 6
La vera novità è stato il ciclone Brunetta. Considerare la pubblica amministrazione al servizio dei cittadini è un’ovvietà. Erogare servizi e prodotti per soddisfare le esigenze della comunità e delle imprese sono la sua vera e unica missione. La guerra ai fannulloni ( e ai sindacati che li hanno difesi in modo corporativo) è stata una vera e propria rivoluzione copernicana. Nel nostro paese, è risaputo, le cose più naturali sono sempre le più complicate. Competitività, efficienza, produttività sono le parole d’ordine volute dal ministro Per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. Ora ci sono le premesse per dare ai cittadini i servizi che desiderano, ai lavoratori seri e capaci della PA le legittime gratificazioni e anche lo spazio per colpire i fannulloni. Come dicevo, nella sua ovvietà un qualcosa di straordinario. Voto: 8 per il clamore, da portare a 10 se il servizio “Reti Amiche” arriverà ai risultati promessi.
Un applauso anche al ministro Gelmini per come sta affrontando la riforma della scuola e delle università. Aspetto, per un giudizio più articolato, l’inizio dell’anno scolastico e l’atteggiamento dei sindacati di categoria.Infine, attendo un grande regalo. Spero si definisca, una volta per tutte, la questione Alitalia. La politica “del fare” ha portato alla proposta di un nuovo assetto. Tutti gli esuberi di personale dovrebbero essere riassorbiti. Così, almeno, ha confermato il ministro Sacconi. Penso, però, a tutti quei lavoratori con contratti atipici che non possono sfruttare gli ammortizzatori sociali o ai lavoratori “stagionali”. Dietro queste persone, uomini e donne, ci sono famiglie e figli. Che il governo non li dimentichi. Sarebbe imperdonabile.

lunedì 4 agosto 2008

E' morto un Uomo libero

Ci ha lasciati ad 89 anni Aleksandr Sohlzhenitsyn, l'anticomunista per eccellenza. Attraverso i suoi libri il mondo intero ha potuto scoprire e conoscere l'orrore dei gulag. "Arcipelago Gulag", "Reparto C", "Una giornata di Ivan Denisovic" sono testi che, ognuno di noi, almeno una volta nella vita, dovrebbe leggere o aver letto. E'stato la coscienza critica della Russia nei periodi della "cortina di ferro". Il dramma della sua vita è scritto nella condanna ad 8 anni di carcere duro per una allussione a Stalin, scritta in una lettera. Gli 8 anni, divenuti poi 11 (senza motivo), allo scadere della prima detenzione, hanno cresciuto e rafforzato l'anima di uomo libero di colui che non ebbe paura a denunciare gli orrori dello stalinismo. Ha vissuto la generazione del male e del dolore, bene impresso nei suoi romanzi, come molti altri russi rimasti invece anonimi. E' riuscito a dar voce a coloro che sognando la Russia eterna, della storia e del mito, non osavano credere ad un Paese contrario alle libertà, se non quelle imposte dal terrore. Le libertà negate di un mondo chiamato comunismo.

lunedì 28 luglio 2008

Rosse pressioni sulle pubenda

Molti quotidiani, questa mattina, hanno ironizzato sul disastroso (in termini poltici) risultato del congresso del Partito della Rifondazione Comunista. Una analisi impietosa, dove l'unica vera protagonista è stata l'ironia. Guardando in tv quei pugni chiusi levati al cielo, figli di un passato morto e sepolto, che portano in dote il segno della sconfitta della storia ho pensato che tanto sarcasmo fosse ingiustificato. Poi, leggendo un trafiletto, su "Il Giornale" ho capito quanto fosse appropriato. Il Congresso ha stabilito che sarà rispettato (cito testualmente) "l'equilibrio di genere". Starebbe a dire il rapporto uomini/donne (stimato in 60/40%). L'amletico dubbio è nato spontaneo. Non fosse in volo verso l'Isola dei Famosi, dove sarebbe conteggiata Vladimir Luxuria?

martedì 22 luglio 2008

Fra baschi, irlandesi e balabiott

Credo sia giunto il momento di mettere un freno agli insulti verbali e non, al nostro tricolore, che il malconcio leader della Lega ci propina con la cadenza di un monsone. Che all'Umberto, dell'italico vessillo, poco importi, era risaputo da tempo, ma noi dietro quella bandiera sappiamo ancora rincorrere e scoprire dei valori, di unità, di identità di orgoglio ben rappresentati dalla nostra storia e dal nostro passato attraverso quei tre colori. A quale storia fa riferimento, invece, Umberto Bossi quando parla della Lega Nord? Se devo paragonarla a quella dei baschi (che esiste, come esite una lingua riconosciuta - il basco) o quella irlandese (che esiste, come esite una lingua riconosciuta - il gaelico) mi viene tristemente da sorridere.
E' palese che il prode Umberto può alzare tutte le volte che vuole il dito medio, ma deve ricordarsi che un Ministro della Repubblica ha l'obbligo di proporsi in pubblico con atteggiamenti di rispetto verso quella Costituzione sulla quale ha giurato e verso quella bandiera che per il Paese non è solo un simbolo ma un modo di stringersi verso ideali, per una volta, comuni. Bossi preferisce la canzone del Piave? Allora, visto che l'ultimo passaggio della canzone recita "Non passa lo straniero" ci dia una mano a ripulire questo suolo troppo spesso vessato e umiliato dagli "ospiti" (non sempre graditi) che lo calpestano. Se l'esempio è il dito medio alzato figlio di una campagna elettorale senza soluzione di continuità, si aspetti fra non molto una Padania meticcia. E' questo che vuole Ministro balabiott?

giovedì 17 luglio 2008

Il baratto

La speranza del mondo civile si è spenta con il ritorno delle bare dei due soldati israeliani rapiti in Libano, Ehud Goldwasser e Eldad Regev. Sarebbe stato un ottimo segnale per il mondo intero, e soprattutto per la credibilità politica di Hezbollah, rilasciare i due giovani israeliani. Invece, Israele ha accettato un baratto d'altri tempi. Un sanguinario assassino libero (Samir Kuntar) per i corpi dei due soldati. Mi piacerebbe conoscere il parere di D'Alema. Lui con gli assassini ci andava a passeggio.

martedì 15 luglio 2008

...e un altro per riflettere

Un altro punto di vista per meglio confrontarci su un tema tanto delicato. L'articolo pubblicato oggi da Avvenire è un ottimo contributo alla valutazione di questo caso.

lunedì 14 luglio 2008

Uno spunto per capire...

Dopo il post dedicato ad Eluana e al suo difficilissimo caso, vi invito a leggere questo articolo di Antonio Polito sul "Riformista" di oggi, all'indirizzo
Come già scritto, non ho le idee molto chiare. Eppure, questo articolo, mi appare equilibrato e non corrotto da guerre ideologiche senza alcun respiro.

giovedì 10 luglio 2008

Eutanasia o liberazione?

Il tema dell'eutanasia è da sempre fonte di scontro fra laici e cattolici. Ora, con la sentenza del giudice della Corte d'Appello, che autorizza l'interruzione del trattamento che tiene in vita Eluana, la polemica si farà feroce. Credo che, in questi casi, sia meglio tenere i toni bassi e eliminare ogni tentativo integralista. Dissolvere la matassa sarà impossibile. Per un cattolico convinto e praticante la vita è sacra, ed ogni decisione ad essa rivolta spetta solo a Dio. Per tutti gli altri, invece, c'è un elemento, la dignità umana, che lo stato di inerzia e immodificabilità del dolore, dimostrato da Eluana in tutti questi anni, perennemente scalfisce. La violenza ideologica non ci aiuta a sciogliere questo dilemma. Non credo, altresì, che il babbo di Eluana che l'ha sostenuta, aiutata, "curata", per tutti questi anni, voglia improvvisamente e irresponsabilmente procurare una infamia alla figlia. Sono pieno di dubbi e a fatica riesco a farmi una opinione certa. In questi casi solo il cuore e la pietà umana, forse, possono aiutarci a capire. Nelle parole di papà Englaro ("le staremo vicini fino alla fine, per noi genitori sarà un sollievo") leggo solo la disperazione di chi ha lottato tenacemente per 16 lunghissimi anni. Il tormento di una famiglia distrutta (e sconfitta) va rispettato. Mi preoccupa pensare che un giudice possa decidere di una vita senza un testamento biologico comprovante le volontà certe dell'individuo, ma è anche vero, altresì, che nel caso di Eluana, c'è una famiglia che meglio di nessun altro ne conosceva il pensiero. Ripeto, ho molti dubbi: è eutanasia coercitiva o pietà per una persona "morta" 16 anni fa?

mercoledì 9 luglio 2008

Il convitato Di Pietro...& C.

Sono stato ottimista. Nel post di ieri, avevo ipotizzato una canea urlante. Non immaginavo però la sconfortante sceneggiata, sguaiata, becera e puzzolente di alcuni membri "dell'intellighenzia" sinistrorsa. L'unica soddisfazione nasce dal fatto che ci è stato servito su un piatto d'argento l'ennesimo rigore politico, che, con non curanza, abbiamo depositato nell'angolino del consenso elettorale di questo attonito paese. Di Pietro e Veltroni grazie di esistere.

martedì 8 luglio 2008

Giro girotondo

E' venne il giorno del girotondo. E' giusto che l'opposizione, o meglio, una parte di essa, sfrutti anche la "piazza" per manifestare il proprio dissenso sull'azione di governo. Accade in tutte le democrazie mature, quindi, non trovo per nulla drammatico che si utilizzi questo strumento per esprimere una opinione. Il punto, però, è proprio questo: che razza di opinione emerge dal becero urlare di Di Pietro e la sua banda? Dov'è il contenuto? Siamo tornati all'antiberlusconismo d'accatto. Alla canizza urlata senza un minimo di costruzione politica. In questi giorni la deriva, davvero preoccupante, mediatico giornalistica ha abbassato la sua scure inondandoci di pulsioni morbose che poco hanno a che fare con il diritto di cronaca. Cronaca di cosa? Quale? su che fonti? su che dati? su quali testi sacri? Illazioni, illazioni e ancora illazioni che fanno comodo in un momento in cui l'opposizione allo sbando sbuffa e fatica nel reggere il ruolo, e alla minoranza parlamentare, giungono a rinforzo le truppe cammellate della carta stampata e della televisione. Quindi senza alcun progetto, armati di rancore e risentimento, il Masaniello di Montenero della Bisaccia e i suoi guappi (con le Tod's ai piedi) si ritrovano questa sera in Piazza Navona contro il governo Berlusconi. O meglio: contro Berlusconi. Una volontà politica,però, fra le righe, un pò nascosta, esiste. E' spazzare via Veltroni. Colpire il Cavaliere nell'immaginario popolare ormai stanco di queste scempiaggini, per colpire il povero Walter. Questo è il reale intendimento. Se vince il populismo di Di Pietro, sarebbero cento punti a favore del governo. In caso contrario si potrà (ci auguriamo per il bene del paese) tornare a confronatrsi con l'opposizione. Seriamente e senza veti. Il governo sta facendo molto. Alle proposte della campagna elettorale vengono sostituiti fatti concreti. Ici, piano casa, decreto sicurezza e "Robin Tax". Tutte proposte "di sinistra" che Prodi e compagni non sono riusciti mai neanche a ipotizzare.

lunedì 23 giugno 2008

Futuro nero

Un articolo tratto da repubblica.it evidenzia come il problema dell'integrazione scolastica sia di strettissima attualità. Si sprecano i discorsi sulla discriminazione, sulla mancata capacità di integrare queste flotte di ragazzini, che, secondo l'analisi riportata dal giornale online, dovrebbero raggiungere il milione di unità entro il 2011. Il problema reale da affrontare, a mio avviso, non è quello dell'integrazione fine a se stessa, pregna di quel pietismo salottiero, bolso e maleodorante di falsa equità voluto dai soliti noti, ma di come, sono penalizzati i ragazzi italiani nelle "nostre" scuole. Rallentamenti e ritardi nello svolgimento dei programmi ministeriali sono all'ordine del giorno. Si penalizza l'insegnamento per favorire l'integrazione. Cerchiamo di dirlo a chiare lettere: il nostro futuro è nero. In tutti i sensi.

giovedì 19 giugno 2008

Montale perdonali...

E' stato un errore. Non bello. Pur sempre un errore. Non enfatizziamo. Il clamore di ieri, ha permesso, però, di rileggere ed emozionarsi ancora per una delle più belle poesie contenute in "Ossi di seppia". A volte, anche uno svarione, può servire...
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida scorta per avventura tra le petraie d'un greto, esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi; e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano, se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua, o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenuae recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma, e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia schietto come la cima d'una giovinetta palma...

mercoledì 11 giugno 2008

La primavera di Jan

Praga è davvero una città magica e meravigliosa. Te ne accorgi passeggiando senza fissare una meta, perché ogni angolo ha qualcosa da raccontare . La città vecchia, la città piccola, il ponte Carlo, la Moldava. Storia e arte trasudano da ogni palazzo, da ogni via.
Vedi Praga e pensi a Mozart, che qui finì di comporre il Don Giovanni , oppure pensi a Kafka e alla forte esigenza esistenziale delle sue opere. Ti sposti a Josefov, il quartiere ebraico, dove nel vecchio cimitero trova posto la lapide di Rabbi Low creatore della leggenda del Golem, ancora oggi punto di riferimento per giovani generazioni di ebrei ortodossi.
Poi, improvvisamente, puoi restare colpito da una lapide. Piccola, confusa fra piccoli cespugli, che solo in parte ne coprono la vista ai passanti di Piazza Venceslao. La lapide, voluta dopo la caduta del Muro di Berlino dal Presidente Vaclav Havel, è quella di Jan Palach un giovane studente cecoslovacco divenuto martire e simbolo della resistenza anti sovietica dopo la primavera di Praga. Quella stele racconta la sua storia.
Ho sempre avuto poca simpatia per testi agiografici che sfociano magari nella piaggeria di parte. Per questo motivo, desidero che questo post, divenga strumento di riflessione su cosa davvero sia la libertà. Intesa come manifestazione di un sentimento alto, profondo, unico.
Tale, solo quando si è disposti a rinunciare a tutto. Anche alla propria vita. Quelle che riporto, sono le ultime parole trovate nel suo diario.

“Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l’onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l’abolizione della censura e la proibizione di Zpravy (vuol dire “notiziario” ed è il giornale delle forze di occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia si infiammerà.”

Jan Palach morì dopo essersi dato fuoco il 19 gennaio 1969.

giovedì 29 maggio 2008

La pioggia nel Pigneto...

Prima il raid al Pigneto, poi la rissa alla Sapienza ed infine le polemiche legate alla figura di Giorgio Almirante. Il "mainstream" dei media di regime si è scatenato in questi piovosi giorni di primavera contro tutto ciò che riguarda la destra nostrana. Esiste , però, un particolare: il "nazista" del Pigneto, ricercato dagli inquirenti dopo la rissa di sabato scorso, è un rosso che più rosso non si può. Pure tatuato per non lasciar spazio a fraintendimenti con l'effige del "Che". L'articolo inchiesta di Carlo Bonini su "Repubblica" di oggi fuga qualsiasi dubbio in proposito.
Consiglio vivamente la divertente lettura. Potrebbe essere, seppur crudamente, la risposta al classico quesito post elettorale di questa sinistra allo sbando:"Compagni dove abbiamo sbagliato?" L'amletico dubbio, poco alla volta, si sta dissipando. Per Valentino Parlato & C. piove sul bagnato. La pioggia nel...Pigneto!

mercoledì 28 maggio 2008

Patenti di democrazia

Ormai è un fatto acquisito. Alla "Sapienza" hanno diritto di tribuna solo coloro che sono stati autocertificati con la patente di "sincero democratico antifascista". Anche il Papa, porello, ha dovuto rinunciare alla visita. Si dirà: che c'entra il Papa con la politica? Per la sinistra tutto ciò che non è "pensiero conforme" è politica. Quindi anche il Papa stia a casa sua.
E' vomitevole constatare come in questo Paese esistano ancora zone franche a tutela del pensiero unico, dove non può esistere confronto e dialettica su temi particolarmente scottanti che in più di una occasione i collettivi antifascisti hanno dimostrato di non conoscere. Abbiamo atteso oltre mezzo secolo per poter parlare liberamente di foibe. Che sia stata un' iniziativa di Forza Nuova a me, personalmente, poco importa. Le università devono essere spazi aperti. Punto. Le risse sono un problema di ordine pubblico. E' compito della polizia fare piazza pulita della feccia. Di destra e di sinistra. Che il Governo pensi a ripulire, invece, gli ambiti di democrazia nelle scuole e nelle università, dove tutti debbono avere liberi ambiti d'intervento. Dell'intolleranza travestita da antifascismo ne abbiam le tasche piene.

giovedì 22 maggio 2008

Dal benessere alla paura. La genesi del terrorismo

Nel 1989 Sergio Zavoli, grande giornalista, già Presidente della Rai e successivamente senatore del centro sinistra, presenta un programma dal titolo “La notte della repubblica”.
E’ uno spaccato arguto e critico degli anni ’70. Quelli che furono tristemente chiamati gli “anni di piombo”.
A molti anni di distanza è giusto chiedersi cosa sia rimasto, di quel periodo, nelle coscienze degli italiani e cosa sia giusto trasferire alle nuove generazioni in termini di esperienze sociali e culturali.
Alla fine del secondo conflitto bellico, l’Italia, è un paese distrutto e affamato da una dittatura entrata nell’epidermide del paese, con un’economia bloccata e arretrata e una forte disuguaglianza sociale e culturale fra nord e sud. Un Paese, però, vivo, capace di reagire agli orrori della guerra e compiere una vera e propria svolta in poco più di due lustri. L’Italia del “boom economico” diventa fatto compiuto. Oggettivo. Al culmine di questo stato di benessere, incombe l’ombra cupa del ’68. Nessuno è in grado chi capirne il peso, la portata politica e quanto il futuro di una intera generazione ne resterà influenzato. Irrimediabilmente. Le rivendicazioni sindacali e i “cambiamenti” voluti dal mondo accademico travolgono una classe dirigente troppo attenta agli interessi individuali per pensare di poter risolvere quelli collettivi di una classe operaia sempre più importante nella logica di una costante crescita produttiva.
E’ da questa insoddisfazione, dalla paura di una deriva militare di stampo golpista, da un’economia che improvvisamente rallenta, anche a causa della crisi petrolifera che colpisce senza distinzioni tutta l’Europa, che il germe del terrorismo prende forma e si insinua nelle scuole, nelle università, nelle fabbriche. Lo spostamento dell’asse politico a sinistra comporta, tempestivamente, una reazione degli ambienti neofascisti ancora legati al recente passato. E’ l’inizio della strategia della tensione.
In questi anni l’Italia è travolta da fatti sanguinosi terribili, molto dei quali impuniti ancora oggi, firmati da sigle legate all’eversione sia “rossa” che “nera”. Piazza Fontana, l’omicidio Calabresi, Piazza della Loggia, sino al culmine del rapimento e assassinio dell’On. Aldo Moro.
In Italia accade anche questo. Che un Presidente del Consiglio pronto a ricevere la fiducia del Parlamento, venga rapito e ucciso 55 giorni dopo.
Giorgio Bocca di quegli anni scrisse: ”In quegli anni anni nessuno sa bene se stia nascendo un mondo nuovo o se si affondi nell’antica barbarie, ma tutti sanno che è il tempo della morte e sono in molti ad accontentarsi di questa risposta: ci fu un tempo in cui arrivarono, i giorni del labirinto e poi quei giorni si dileguarono, quel buio scomparve. Niente altro”
Non sono d’accordo. Credo che l’omicidio della memoria sia l’atto “criminale” più cinico e subdolo da proporre alle nuove generazioni che di quegli eventi conoscono, nella migliore delle ipotesi, solo delle immagini in bianco e nero.
Non esiste analisi ideologica che regga di fronte all’orrore fanatico di quegli anni se non si riconosce, senza fraintendimento, l’offesa e i danni arrecati ai parenti delle vittime e alla parte sana e democratica della nazione.
Complici di questa infamia furono coloro i quali che, delle azioni del brigatismo rosso e di tutta quell’area extraparlamentare di sinistra, parlarono di terrorismo di stampo fascista. Altri, più indulgenti, li definirono “compagni che sbagliavano”.
Dovevano portare in “paradiso la classe operaia” (per la gioia di Elio Petri) ed invece hanno prodotto il nulla. Combattevano, nelle farneticanti rivendicazioni, il SIM (Stato Imperialista delle Multinazionali) e l’odioso capitalismo. Invece, a morire, come giustamente più volte ha criticamente sottolineato Giampaolo Pansa, furono guardie, agenti, professionisti, giornalisti, sindacalisti e operai. In questo vortice di sangue son finiti anche loro. Più proletari dei loro assassini.
I giovani d’oggi non dimentichino mai cosa Leonardo Sciascia scrisse di questi signori: “Le Brigate Rosse avranno studiato ogni possibile manuale di guerriglia, ma nella loro organizzazione e nelle loro azioni c’è qualcosa che appartiene al manuale non scritto della mafia”.

mercoledì 14 maggio 2008

Grillo mea lux

Consiglio a tutti la lettura del meraviglioso pezzo che appare oggi su "Il Riformista", a firma Tonia Mastrobuoni, dal titolo "Che bolletta, Grillo". Il "nostro" generoso (per i consumi) censore delle istituzioni è stato colto in fallo dalla brava giornalista. Insomma, una vicenda stile "predico bene e razzolo male". Il "nostro" ha recentemente dichiarato che la Rete, unico baluardo invalicabile della democrazia partecipata, spazzerà via classe dirigente, servi del potere e ladri. Chissà se, il "nostro", saprà rivolgere anche verso se stesso questa brillante intuizione". Io, intanto, dò il mio piccolo contributo.

martedì 6 maggio 2008

"The Goodfellas"

La notizia buona è che li hanno arrestati tutti. Nessuno escluso. Li guardi e pensi che la delinquenza ed il rancore non possano abitare le loro menti. Ed invece, hanno mostrato ad un Paese attonito ignoranza e fragilità. Fragilità è pensare di affronatre la vita a pugni e calci perchè non si è in grado di avere passioni ed emozioni vere. Se lo scopo di una vita è pestare a morte il primo che passa per strada, così, per sfizio, per provare la propria invincibilità, è venuto il momento di predicare senza fraintendimento alcuno la tolleranza zero.
Il carcere darà loro la possibilità di riflettere e magari, studiare e leggere, con un profitto migliore rispetto a quello riportato dai media. Non discuto "il libero arbitrio" di professare il proprio credo politico, ma, mi chiedo, se questa gente abbia mai letto un libro in vita propria. Si definiscono di destra, destra radicale, ma ne conoscono le basi culturali? Hanno letto Celine? hanno letto mai Drieu La Rochelle oppure i "Cantos" di Ezra Pound? Allo stesso tempo, conoscono Amos Oz o Abraham Yehoshua, i loro acerrimi "nemici"?
Avranno, ora, molto tempo per mettersi in pari. Ciao Nicola...

martedì 29 aprile 2008

Roma Kaputt Mundi

Il colpo di reni non c'è stato. La sinistra sprofonda nel mare di umiliazioni che hanno contraddistinto le ultime tornate elettorali. Anche Roma è perduta. O meglio l'abbiamo riportata a casa. Lontana dalle logiche di potere che hanno segnato gli anni "rutelliani e veltroniani".
Vincere nella culla del "veltronismo" ha un sapore speciale, specialmente per mano di chi, da giovane, amava cantare "il domani appartiene a noi".
Quella fase postfascista, segnata dai campi hobbit, è passata. Ora si apre, una fase nuova sia per il Paese che per la capitale stessa. An, ingabbiata dalla vittoria leghista al nord, ha risposto in modo coeso e organizzato, intercettando i voti delle classi meno agiate, come il partito di Bossi ha fatto al nord. La voglia di cambiamento si è concretizzata il 13-14 aprile con lo tsunami elettorale a favore di Berlusconi e del Popolo della Libertà. Roma è stata la ciliegia sulla torta, dove le condizioni di sciatteria, degrado e poca sicurezza hanno punito chi ha governato una città a propria immagine e somiglianza. Per Veltroni e Rutelli, ormai, Roma è Kaputt..mundi.

venerdì 18 aprile 2008

La fine dell'uomo nuovo

Ha vinto Berlusconi. Piaccia o meno, la vittoria è stata netta. Nel baseball verrebbe decretata la manifesta inferiorità. I motivi di questo successo sono molteplici. Primo fra tutti la volontà di semplificare la politica e mettere nell’angolo coloro che hanno, di fatto, eroso consensi e frenato l’azione politica dell’ultimo governo presieduto dal leader di Forza Italia.

La sfida del “predellino” di San Babila ha riportato il futuro premier al centro dell’azione politica nazionale, cavalcando l’antipolitica come nessuno sarebbe stato in grado. Ridicolizzando Grilli parlanti, neodem di ispirazione veltroniana e soprattutto la maggioranza in carica, incapace di modernizzare il paese, di renderlo innovativo e competitivo sui mercati mondiali.
In fin dei conti quello che è successo il 13 e 14 aprile non avrebbe nulla di anomalo se non per un particolare: la fine della rappresentatività parlamentare di stampo comunista in Italia.

Un comunismo che non ha avuto più nulla da dire al suo elettorato. Un elettorato che è maturato, che ha colto il superamento ideologico, buono forse per la Rivoluzione industriale, non certo per il terzo millennio. Bertinotti, Diliberto, Giordano, impresentabili agli occhi dei loro sostenitori, sono stati puniti per non aver colto il malumore e la paura generata da una politica terzomondista che non guardava più agli strati deboli della società, ma all’indulgenza verso i clandestini, “produttori” non sempre inconsapevoli di delinquenza, oppure evidenziando l’atavico odio verso gli Stati Uniti e l’occidente come deleteria espressione del capitalismo.

La storia ha fatto giustizia. Arriviamo con vent’anni di ritardo, ma anche noi abbiamo definito il capolinea e il confine fra democrazia compiuta e sistemi che si ispirano ancora apertamente ad un tragico passato. Urss, Cambogia, Vietnam, Corea del Nord, Cuba sono la sottile linea rosso(sangue) che ha procurato guerre, torture, povertà e miseria.

Il successivo scardinamento sarà quello dei “poteri forti” che dominano il nostro sistema culturale dal dopoguerra, e della “triplice” che, guarda a caso, è espressione di un mondo cattolico sgretolato (quello democristiano), di un mondo socialista giustiziato (da tangentopoli), di un mondo comunista superato (dalla storia).

Una piccola riserva indiana, però, per i reduci della rivoluzione d’ottobre c’è. E ci sarà sempre. Il posto più idoneo per la sinistra radicale e i suoi guappi: la piazza.
Un posto dove ogni eccesso è consentito, ogni insulto applaudito, ogni intolleranza giustificata. Avanti compagni, il 25 aprile è dietro l’angolo. Il Parlamento riconsegna alla strada e ai consigli di fabbrica i sogni marxisti della lotta di classe.

Magari, partirà una nuova stagione violenta. La voglia di sentirsi vivi, a volte, produce isterismi difficili da controllare. Dove batte il cuore della democrazia, la libertà si difende con il voto.
Se ne sono accorti tutti. Gli italiani stanchi dei parolai per primi. Disse Papa Giovanni Paolo II del comunismo: “si è rivelata una medicina peggiore del male che intendeva curare.” La fine dell’uomo nuovo.

martedì 15 aprile 2008

La regola del 10

Era il 10 febbraio quando i giornali, quelli che contano, nel senso che danno i numeri (vedi Repubblica con il titolo in prima pagina "100.000 a Milano per Veltroni" !!) narrando le vicende del prode "Ualter" da Spello , annunciavano al mondo intero che "IL NUOVO" si era finalmente manifestato.
Un nuovo un pò restaurato, al botulino, con evidenti segni di liposuzione. Ma bello, terribilmente bello e affascinante agli occhi di Scalfari e Mieli.
E' partita la rimonta. Si può fare narrava la campagna di comunicazione di "Ualter". Prodi? Prodi chi? Visco? Visco chi? Si va veleggiando col vento in poppa verso Palazzo Chigi. E Berlusconi? Ha reiterato un solo unico concetto: "abbiamo 10 punti di vantaggio". E' un imbonitore - replica Ualter - la rimonta è sempre più vicina. Siamo a una incollatura. Siamo ad una pinzellacchera. E' fatta ormai.
Berlusconi venerdì scorso dice a Matrix: "abbiamo dieci punti di vantaggio". Veltroni risponde: "vedremo questa rimonta dove ci porterà".
Ed eccoci a ieri. Ore 15 exit poll. Realacci, portavoce di Veltroni: "è fatta, la rimonta si è concretizzata".
Ore 20. Veltroni telefona a Berlusconi: ti do atto. Hai vinto. Con 10 punti, aggiungo io. Sia Camera che Senato! Senza comunisti in parlamento siamo forse diventati una democrazia matura. Sursum corda!

mercoledì 26 marzo 2008

La Falsa Rivoluzione

Non sempre i compleanni sono momenti di festa condivisa. Lo dimostra quello del ’68 che, politicamente parlando produce ancora ricadute spaventose sui nostri costumi sociali e politici. Sarebbe sciocco scordare che fra le generazioni post conflitto, quella sessantottina fu la prima a crescere con tutti i benefit classici della società borghese: elettrodomestici, auto di proprietà, telefono e riscaldamento in casa. Appare curioso che le rivoluzioni (false) partano sempre da stabili sicurezze acquisite. Disse sprezzante di quella generazione Ionesco: diventerete notai. Dal contestare al rogitare. Il marxismo voleva liberare la classe oppressa dai padroni mentre il ’68 ha voluto solo liberare dei repressi dai loro padri, dalle loro tradizioni, dai loro valori etici e religiosi. Dice bene, per rappresentare quell’epoca, Marcello Veneziani: “Jan Palach fu l’unico sessantottino che scontò la protesta sulla propria pelle. Gli altri incendiarono il mondo pensando a se stessi, lui incendiò se stesso pensando al mondo. Lui affrontò i carri armati, gli altri la carriera.”
Diciamolo in modo netto e senza fraintendimenti: la crisi culturale della sinistra, per quanto paradossale possa apparire, proviene proprio dal ’68. Oggi, gli ex di allora, sono classe dirigente, stanca, senza più idee, senza più speranze, ma con l’arroganza di continuare a rimembrare i miti falsi della loro giovinezza. Guardi Veltroni e ti viene un conato pensando a come sia possibile presentarsi come “il nuovo” in uno scenario decrepito e politicamente in suppurazione.
I riformisti di sinistra sono coloro che sono stati sopraffatti dalla realtà.
Realtà che ha vinto contro le false ideologie. Le stesse che hanno reso la violenza strumento e momento “democratico”, da tollerare e giustificare. Le stesse che hanno distrutto la scuola, l’università, la cultura e l’identità nazionale. Oggi la sinistra, culturalmente, non produce più nulla di nuovo. Oscilla fra Nanni Moretti e Jovanotti. Che bei tempi quelli in cui Togliatti polemizzava con Vittorini. Oggi, al massimo, Veltroni può essere in disaccordo con i comici di Zelig.
Culturalmente la sinistra è ferma. Non produce nulla di nuovo. Oppure si rivolge “al glorioso passato” con no global e disubbidienti o cerca, in modo divertente, di appropriarsi di termini quali liberale o di inneggiare alla meritocrazia, quando, da sempre la colonna vertebrale del pensiero progressista è l’egualitarismo.
Il centrodestra, dalla sua, si sta sviluppando e radicando. Nascono fondazioni, “think tank”, (pensate a Ideazione, Farefuturo, Liberal, Il Domenicale) nuovi giornali. Ci sono battaglie d’avanguardia come quella meritoria di Giuliano Ferrara attraverso Il Foglio, che mette in evidenza l’incosistenza della sinistra di proporre nuove soluzioni su un tema delicato come l’aborto, come se in trent’anni gli scenari sociali e culturali del nostro paese fossero immutati e immutabili.
Posizioni reazionarie sono quelle dei comunisti italiani che si sono schierati contro l’idea di avere Israele paese ospite alla Fiera del Libro di Torino. Sono queste le posizioni progressiste e riformiste? Da ciò si evince che il ’68 ha distrutto l’idea di merito, di autorità, ha innalzato un falso mito della libertà intesa come insensata possibilità di scegliere, sottraendosi alle responsabilità che provengono da ogni scelta. E ora, come ha fatto Sarkozy, è tempo di archiviare questo mito.
Dalla “nuova” sinistra ci aspettiamo questo passaggio. Anche noi, allora, potremmo davvero augurare buon compleanno ad una falsa rivoluzione che fortunatamente non ci ha visto complici, ma solo tristi spettatori.

martedì 19 febbraio 2008

Il rosso della vergogna

D'Elia, Curcio, Franceschini Antonini, Sofri, Baraldini. Non è un appello scolastico. E' semplicemente un elenco di quei terroristi (condannati) che si sono resi protagoniosti di reati di sangue (per Curcio solo ideologici) durante gli anni di piombo e che si sono succesivamente ritagliati una certa visibilità a livello politico o intellettuale.
Ci sarebbero, volendo, momenti di ilarità involontaria da segnalare, come ad esempio D'Elia che firma la moratoria per la pena di morte, pur avendo assassinato (e per questo condannato a 25 anni) l'agente Fausto Dionisi. Per rispetto alle vittime è meglio soprassedere con la celia.
Per le vittime e le loro famiglie quale futuro? E'peggio l'umiliazione di veder sdoganati i carnefici dei propri cari o il vitalizio da fame che questo schifoso governo ha voluto concedere come risarcimento per una vita segnata dal dolore? I terroristi sono compagni che sbagliano (vero Berlinguer?), oppure le icone della canizza urlante del"pagherete caro pagherete tutto". Per ora paghiamo noi. Con profumata moneta. Questa è la vera casta, onorata dai sacrifici dei cittadini che offrono loro stipendi e pensioni da favola. La più lurida, la più becera. La Stampa pubblica oggi un editoriale di Prodi dal titolo "La mia eredità". Eccola la tua eredità. Portare nelle istituzioni il rosso della vergogna.

martedì 12 febbraio 2008

Il nuovo che avanza

1976 - Veltroni viene eletto Consigliere comunale di Roma nelle liste del Partito Comunista Italiano
1977 - Berlusconi nominato Cavaliere del lavoro
1987 - Veltroni è eletto deputato nelle liste del Partito Comunista Italiano
1992 - Veltroni viene scelto come direttore dell'Unità
1994 - Veltroni candidato come segretario nazionale del PDS
1994 - Berlusconi fonda Forza Italia e vince le elezioni politiche
1996 - Veltroni condivide con Romano Prodi la leadership de L'Ulivo
1996 - Veltroni diventa vice premier del governo Prodi e Ministro dei Beni Culturali
2001 - Veltroni viene eletto sindaco di Roma
1996 - 2001 Berlusconi guida l'opposizione di centro destra
2001 - Berlusconi rivince le elezioni e resta in carica una intera legislatura
2006 - 2008 Berlusconi guida ancora l'opposizione di centro destra
2007 - (gennaio) Veltroni dichiara che la sua esperienza politica si concluderà definitivamente nel 2011 alla fine del mandato di sindaco a Roma. La sua destinazione è l'Africa
2007 - (giugno) Veltroni si candida come segretario del PD
2008 - Veltroni scelto come candidato premier (da compagni - di merende e non - extracomunitari clandestini compresi)
2008 - Berlusconi fonda il Popolo delle Libertà e viene scelto come candidato premier

Veltroni burocrate (della peggior risma) di professione da 32 anni. Berlusconi ricopre cariche pubbliche da 14 anni. Veltroni dice: "Noi siamo il cambiamento". Per dirla con Totò...."ma mi faccia il piacere"!

martedì 5 febbraio 2008

Il Paradiso può attendere..l'Africa pure!

Marini lascia. Nel momento in cui scrivo Napolitano ancora non ha sciolto le camere. E' solo un dettaglio. Il paese tornerà alle urne e si darà un nuovo governo. Il disastro Prodi fortunatamente sarà solo un brutto e osceno ricordo. Il futuro non può che essere migliore. Anche il "nuovo" Veltroni, col suo falso buonismo ideologico prepara la disputa elettorale. E' vero, disse che sarebbe andato in Africa alla fine del suo mandato come sindaco di Roma, ma, in fondo, se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. Non bisogna mai rinunciare al diritto di cambiare idea. Fave e pecorino son sempre meglio delle cavallette alla griglia.
E' convinzione diffusa che il leader del PD voglia correre da solo con la sua creatura. Io, invece, credo che al Senato il prode Walter escogiterà un recupero di partitini che resterebbero senza rappresentanza politica. Mi sbaglio? Vedremo.
Un consiglio anche al Presidente Berlusconi. Romano Prodi ha dichiarato che farà il nonno a tempo pieno: contatti il telefono azzurro a tutela dei nipoti!

mercoledì 30 gennaio 2008

Eurodelusione a sinistra

Se Sparta piange Atene non ride. Prodi rassegna le dimissioni ma c'è sempre un Napolitano pronto a servire il potere. Lasciamo stare il dovere istituzionale. I sofismi dialettici sono banditi da questo blog. Qualche anno di PCI avrà ben insegnato qualcosa a questo serioso vecchietto. Ciò che metto in discussione è il sistema "sinistra" in sè che velocemente sta annaspando un pò ovunque.
In Francia Sarko allontana le frange più radicali della sinistra con una intelligente politica di "annessione" a favore di quegli elementi dell'ala riformista che si sono dimostrati validi interlocutori e capaci amministratori.
Il mistero vero resta la Spagna, dove uno Zapatero super favorito per i media per una rielezione alla Moncloa, trova invece delusi i cittadini spagnoli. Rallenta l'economia con previsoni di crescita sempre più basse, il rischio astensionismo nell'elettorato socialista è forte, come è forte il rischio attentati dopo la fine della tregua con i separatisti baschi dell'ETA.
Inoltre, e forse questo è l'elemento più allarmante, il paese è diviso da un laicismo esasperato che ha prodotto una grave scollatura con il mondo cattolico. Ne è testimonianza la partecipazione di massa alla manifestazione indetta dai vescovi spagnoli sul finire dello scorso anno contro le unioni civili. Un secondo mandato è probabile, una sconfitta, però, non impossibile.
Noi, intanto, proseguiamo nella nostra sagra di paese...lo vedi ecco Marini la sagra c'è dell'uva...

venerdì 25 gennaio 2008

Pasticcio Romano

Non conta come, ma conta che se ne sia finalmente andato. Con strascichi di polemiche varie o meno, io dico, chissenefrega. Fra un Barbato e un Cusumano che si tiran gli stracci in faccia, e non solo, e un Gramazio che stappa champagne, la vera notizia è che il peggior governo della storia della repubblica abbia sancito definitivamente la morte politica di Romano Prodi.
Ricordo il nostro eroe, quando 20 mesi addietro si presentò alla camera, con l'arroganza che lo contraddistingue, per deridere con i suoi sorrisi sarcastici, gli interventi dell'opposizione. Lui, che parla di coesione e di rispetto per le istituzioni. Ieri, no. Lo sguardo vitreo, le parole cadenzate, le movenze pacate, non sono bastate per salvargli il deretano.
Il futuro nasconde ancora delle insidie. Guardo Napolitano e non mi fido. Guardo Marini e men che meno. Siam così sicuri che le elezioni sian dietro l'angolo? In cuor mio lo spero, ma la politica è un'altra cosa.
Da destra, però, mi permetto di dire una cosa: SALUTO ROMANO!

venerdì 18 gennaio 2008

Un bel tacer non fu mai scritto

Strano tempismo. Ricordo quando nel '94 l'avviso di garanzia a Berlusconi fu recapitato durante un vertice Onu. Oggi come allora la domanda è dove fosse l'urgenza. "Oscar Luigi Scalfaro, Corriere della Sera, 17 gennaio 2008".
Non state sognando. L'ha detto davvero. Ora, se ci son voluti quasi tre lustri per ammettere quello che noi andiam dicendo da tempo, quanti ne serviranno per dire senza mezzi termini che parte della nostra magistratura si muove con la convinzione di perseguire dei precisi fini politici?
Dimenticavo che, dopo la signora Mastella, ai domiciliari, è stato rinviato a giudizio anche Silvio Berlusconi, per aver accreditato in Rai quattro sgallettate. Inoltre il presidente della Regione Sicilia è stato condannato a 5 anni per favoreggiamento. Non vi sembra uno strano déjà vu? Un tintinnar di manette, come dire, già sentito? Ah, per la monnezza di Napoli, non c'era bisogno di intercettare nessuno. Lo faceva l'odore. In piena autonomia, come la nostra magistratura..

mercoledì 16 gennaio 2008

Impiccheremo l'ultimo Papa con le budella dell'ultimo re!

Ora abbiamo la certezza che in questo paese basta la voce fioca di 67 pasdaran della "rivoluzione alla pasta e fagioli" o "de noantri" se preferite, per impedire al Papa di parlare in una libera (?) università italiana. Alla "Sapienza" sono riusciti dove persino nell'islamica Turchia erano giunti a tanto. Anzi, in quell'occasione, le autorità politiche e religiose avevano garantito libertà di espressione e sicurezza al Santo Padre. Prodi ed Amato hanno invece spiegato alle autorità vaticane che non c'era l'assoluta certezza di poter garantire l'ordine nell'ateneo. Ciò che più mi sconcerta non è tanto l'incapacità di un governo, di questo governo, a svolgere le minime funzioni cui è tenuto, ma il palese attentato alla libertà di pensiero in un paese che ancora, orgogliosamente si dichiara occidentale e democratico. Ma come si traduce questa democrazia nei fatti? In un assalto di 50 bivaccatori che occupano il rettorato? Nelle parole di qualche bolso e arrugginito docente universitario senza credibilità, che scambia Benedetto XVI per un qualsiasi dittatore sudamericano?
Gli anni '70 sono un triste ricordo per molti, evidentemente non per tutti. In fondo, da una maggioranza che annovera fra i propri adepti ex terroristi non possiamo certo aspettarci...miracoli.

lunedì 7 gennaio 2008

Mors tua vita mea

E’ di pochi giorni fa la provocatoria proposta del direttore de “Il Foglio” Giuliano Ferrara per una moratoria, dopo quella sulla pena di morte, che affronti il tema dell’interruzione volontaria della gravidanza.
Come spesso succede in Italia, il partito dei tifosi, ha immediatamente srotolato sciarpe e trombette per sostenere, senza mai entrare nel merito con la giusta obiettività critica, una fazione oppure l’altra.
Non trattandosi di avvenimento sportivo, sarebbe forse più accorto attenersi a quelli che sono i valori che tale proposta esprime senza per questo considerare inattuale o aggressiva una discussione che è ora di affrontare a viso aperto prima che l’imbarbarimento umano possa avere il sopravvento.
Partiamo dai dati, unico elemento incontestabile su cui costruire delle valutazioni serie.
Negli ultimi decenni il fenomeno dell’aborto nel mondo ha raggiunto vette da pulizia etnica: oltre un miliardo di aborti con medie annue che toccano i 50 milioni. Già questo è sufficiente per fermarsi un istante a pensare.
L’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948 (auguri!) cita testualmente: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona.”
Ora, il problema non deve essere, come invece sta maturando, la solita disputa fra laici e cattolici, fra pseudo ingerenze della chiesa nella vita dello stato e le istituzioni che lo rappresentano.
Il problema fondamentale è come tutelare la famiglia con delle politiche che favoriscano la natalità e il concepimento a dispetto di un governo (come questo) che la famiglia uccide con tassazioni parossistiche e insostenibili.
Non bisogna dimenticare, a onor del vero, che la 194 fu introdotta soprattutto per colpire gli aborti clandestini e dare tutela ospedaliera a chi ne faceva richiesta. Il panorama politico e sociale, da allora è sensibilmente mutato e nessuno può e deve permettersi di negarlo, perché se è pur vero che è stato importante dare supporto e sostegno alle madri (soprattutto ragazze madri) è altrettanto vero che ora viene spontanea una domanda: chi tutela il bambino?
L’episodio del bimbo toscano abortito alla 23° settimana per una diagnosi di atresia all’esofago poi risultata drammaticamente sbagliata è emblematico. Chi risarcisce ora della vita il povero Tommaso? O forse è da considerarsi solo come un danno collaterale?
La recente approvazione a livello internazionale della moratoria contro la pena di morte non può non indurre noi tutti a un ragionamento profondo sulla tragica sorte di milioni di bambini che ogni anno non possono vedere la luce e anche sulle loro madri che per motivi, a volte, di forte indigenza, sono costrette a rinunciare al bene prezioso di un figlio.
Senza diritto alla vita non esiste tutela per la famiglia. Senza tutela per la famiglia nessun discorso ha più valore.
In sostanza, la legge 194 avrebbe ancora un senso se negli anni fosse stato applicato con successo quanto all’articolo 1 della suddetta legge, ovverosia, la tutela della vita e la rimozione delle cause che portano all’aborto. O gli articoli che riguardano, il 2 e il 5, l’opera dei consultori, dove si sottolinea che i consultori stessi, possono avvalersi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. Allo stato attuale il numero dei consultori è molto diminuito e per i volontari del Centro di aiuto alla vita, entrare nei consultori pubblici è quasi una chimera.
Per abolire una legge bisogna prima cambiare pesantemente quella cultura che è stata alla base della 194. E noi, a torto o a ragione, con la cultura fallimentare del ’68 non abbiamo mai avuto nulla a che fare.Smettiamola con le scorciatoie semantiche e ricordiamoci invece cosa sosteneva don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII: “ L’aborto è un omicidio premeditato con l’aggravante che la vittima non può difendersi, e che a ogni donna deve essere riconosciuto il diritto di non abortire”.