mercoledì 30 gennaio 2008

Eurodelusione a sinistra

Se Sparta piange Atene non ride. Prodi rassegna le dimissioni ma c'è sempre un Napolitano pronto a servire il potere. Lasciamo stare il dovere istituzionale. I sofismi dialettici sono banditi da questo blog. Qualche anno di PCI avrà ben insegnato qualcosa a questo serioso vecchietto. Ciò che metto in discussione è il sistema "sinistra" in sè che velocemente sta annaspando un pò ovunque.
In Francia Sarko allontana le frange più radicali della sinistra con una intelligente politica di "annessione" a favore di quegli elementi dell'ala riformista che si sono dimostrati validi interlocutori e capaci amministratori.
Il mistero vero resta la Spagna, dove uno Zapatero super favorito per i media per una rielezione alla Moncloa, trova invece delusi i cittadini spagnoli. Rallenta l'economia con previsoni di crescita sempre più basse, il rischio astensionismo nell'elettorato socialista è forte, come è forte il rischio attentati dopo la fine della tregua con i separatisti baschi dell'ETA.
Inoltre, e forse questo è l'elemento più allarmante, il paese è diviso da un laicismo esasperato che ha prodotto una grave scollatura con il mondo cattolico. Ne è testimonianza la partecipazione di massa alla manifestazione indetta dai vescovi spagnoli sul finire dello scorso anno contro le unioni civili. Un secondo mandato è probabile, una sconfitta, però, non impossibile.
Noi, intanto, proseguiamo nella nostra sagra di paese...lo vedi ecco Marini la sagra c'è dell'uva...

venerdì 25 gennaio 2008

Pasticcio Romano

Non conta come, ma conta che se ne sia finalmente andato. Con strascichi di polemiche varie o meno, io dico, chissenefrega. Fra un Barbato e un Cusumano che si tiran gli stracci in faccia, e non solo, e un Gramazio che stappa champagne, la vera notizia è che il peggior governo della storia della repubblica abbia sancito definitivamente la morte politica di Romano Prodi.
Ricordo il nostro eroe, quando 20 mesi addietro si presentò alla camera, con l'arroganza che lo contraddistingue, per deridere con i suoi sorrisi sarcastici, gli interventi dell'opposizione. Lui, che parla di coesione e di rispetto per le istituzioni. Ieri, no. Lo sguardo vitreo, le parole cadenzate, le movenze pacate, non sono bastate per salvargli il deretano.
Il futuro nasconde ancora delle insidie. Guardo Napolitano e non mi fido. Guardo Marini e men che meno. Siam così sicuri che le elezioni sian dietro l'angolo? In cuor mio lo spero, ma la politica è un'altra cosa.
Da destra, però, mi permetto di dire una cosa: SALUTO ROMANO!

venerdì 18 gennaio 2008

Un bel tacer non fu mai scritto

Strano tempismo. Ricordo quando nel '94 l'avviso di garanzia a Berlusconi fu recapitato durante un vertice Onu. Oggi come allora la domanda è dove fosse l'urgenza. "Oscar Luigi Scalfaro, Corriere della Sera, 17 gennaio 2008".
Non state sognando. L'ha detto davvero. Ora, se ci son voluti quasi tre lustri per ammettere quello che noi andiam dicendo da tempo, quanti ne serviranno per dire senza mezzi termini che parte della nostra magistratura si muove con la convinzione di perseguire dei precisi fini politici?
Dimenticavo che, dopo la signora Mastella, ai domiciliari, è stato rinviato a giudizio anche Silvio Berlusconi, per aver accreditato in Rai quattro sgallettate. Inoltre il presidente della Regione Sicilia è stato condannato a 5 anni per favoreggiamento. Non vi sembra uno strano déjà vu? Un tintinnar di manette, come dire, già sentito? Ah, per la monnezza di Napoli, non c'era bisogno di intercettare nessuno. Lo faceva l'odore. In piena autonomia, come la nostra magistratura..

mercoledì 16 gennaio 2008

Impiccheremo l'ultimo Papa con le budella dell'ultimo re!

Ora abbiamo la certezza che in questo paese basta la voce fioca di 67 pasdaran della "rivoluzione alla pasta e fagioli" o "de noantri" se preferite, per impedire al Papa di parlare in una libera (?) università italiana. Alla "Sapienza" sono riusciti dove persino nell'islamica Turchia erano giunti a tanto. Anzi, in quell'occasione, le autorità politiche e religiose avevano garantito libertà di espressione e sicurezza al Santo Padre. Prodi ed Amato hanno invece spiegato alle autorità vaticane che non c'era l'assoluta certezza di poter garantire l'ordine nell'ateneo. Ciò che più mi sconcerta non è tanto l'incapacità di un governo, di questo governo, a svolgere le minime funzioni cui è tenuto, ma il palese attentato alla libertà di pensiero in un paese che ancora, orgogliosamente si dichiara occidentale e democratico. Ma come si traduce questa democrazia nei fatti? In un assalto di 50 bivaccatori che occupano il rettorato? Nelle parole di qualche bolso e arrugginito docente universitario senza credibilità, che scambia Benedetto XVI per un qualsiasi dittatore sudamericano?
Gli anni '70 sono un triste ricordo per molti, evidentemente non per tutti. In fondo, da una maggioranza che annovera fra i propri adepti ex terroristi non possiamo certo aspettarci...miracoli.

lunedì 7 gennaio 2008

Mors tua vita mea

E’ di pochi giorni fa la provocatoria proposta del direttore de “Il Foglio” Giuliano Ferrara per una moratoria, dopo quella sulla pena di morte, che affronti il tema dell’interruzione volontaria della gravidanza.
Come spesso succede in Italia, il partito dei tifosi, ha immediatamente srotolato sciarpe e trombette per sostenere, senza mai entrare nel merito con la giusta obiettività critica, una fazione oppure l’altra.
Non trattandosi di avvenimento sportivo, sarebbe forse più accorto attenersi a quelli che sono i valori che tale proposta esprime senza per questo considerare inattuale o aggressiva una discussione che è ora di affrontare a viso aperto prima che l’imbarbarimento umano possa avere il sopravvento.
Partiamo dai dati, unico elemento incontestabile su cui costruire delle valutazioni serie.
Negli ultimi decenni il fenomeno dell’aborto nel mondo ha raggiunto vette da pulizia etnica: oltre un miliardo di aborti con medie annue che toccano i 50 milioni. Già questo è sufficiente per fermarsi un istante a pensare.
L’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948 (auguri!) cita testualmente: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona.”
Ora, il problema non deve essere, come invece sta maturando, la solita disputa fra laici e cattolici, fra pseudo ingerenze della chiesa nella vita dello stato e le istituzioni che lo rappresentano.
Il problema fondamentale è come tutelare la famiglia con delle politiche che favoriscano la natalità e il concepimento a dispetto di un governo (come questo) che la famiglia uccide con tassazioni parossistiche e insostenibili.
Non bisogna dimenticare, a onor del vero, che la 194 fu introdotta soprattutto per colpire gli aborti clandestini e dare tutela ospedaliera a chi ne faceva richiesta. Il panorama politico e sociale, da allora è sensibilmente mutato e nessuno può e deve permettersi di negarlo, perché se è pur vero che è stato importante dare supporto e sostegno alle madri (soprattutto ragazze madri) è altrettanto vero che ora viene spontanea una domanda: chi tutela il bambino?
L’episodio del bimbo toscano abortito alla 23° settimana per una diagnosi di atresia all’esofago poi risultata drammaticamente sbagliata è emblematico. Chi risarcisce ora della vita il povero Tommaso? O forse è da considerarsi solo come un danno collaterale?
La recente approvazione a livello internazionale della moratoria contro la pena di morte non può non indurre noi tutti a un ragionamento profondo sulla tragica sorte di milioni di bambini che ogni anno non possono vedere la luce e anche sulle loro madri che per motivi, a volte, di forte indigenza, sono costrette a rinunciare al bene prezioso di un figlio.
Senza diritto alla vita non esiste tutela per la famiglia. Senza tutela per la famiglia nessun discorso ha più valore.
In sostanza, la legge 194 avrebbe ancora un senso se negli anni fosse stato applicato con successo quanto all’articolo 1 della suddetta legge, ovverosia, la tutela della vita e la rimozione delle cause che portano all’aborto. O gli articoli che riguardano, il 2 e il 5, l’opera dei consultori, dove si sottolinea che i consultori stessi, possono avvalersi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. Allo stato attuale il numero dei consultori è molto diminuito e per i volontari del Centro di aiuto alla vita, entrare nei consultori pubblici è quasi una chimera.
Per abolire una legge bisogna prima cambiare pesantemente quella cultura che è stata alla base della 194. E noi, a torto o a ragione, con la cultura fallimentare del ’68 non abbiamo mai avuto nulla a che fare.Smettiamola con le scorciatoie semantiche e ricordiamoci invece cosa sosteneva don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII: “ L’aborto è un omicidio premeditato con l’aggravante che la vittima non può difendersi, e che a ogni donna deve essere riconosciuto il diritto di non abortire”.