venerdì 11 marzo 2011

La madre di tutte le riforme

Il cardine della riforma della giustizia è la divisione tra giudici e Pm: pone al centro la parità tra accusa e difesa. Il giudice diventa colui che è davvero sopra le parti, perché non è più pari al Pm stesso. Finora i piatti della bilancia erano sbilanciati a favore dei magistrati: da una parte c'erano giudici e Pm, dall'altra il cittadino solo. Ora i piatti sono stati, invece, rimessi in equilibrio, in una condizione di parità.
Altro punto fondamentale: la responsabilità civile dei magistrati, al pari di tutti gli altri dipendenti dello Stato. Se sbaglia il medico è responsabile e il cittadino può citarlo. Così, ora, potrà avvenire anche per il magistrato. Si attua il principio della "legge uguale per tutti".
La riforma non riguarderà i processi in corso alla data della sua entrata in vigore, pertanto, non si potrà assolutamente parlare di legge "ad personam", ma di legge fatta nell'interesse di tutti i cittadini.