giovedì 16 ottobre 2008

La dura vita dei cattolici PD

L’annus horribilis di Veltroni e del suo partito non è ancora terminato. Non è solo la presenza di Berlusconi, cui i sondaggi danno un indice di gradimento altissimo, ad impensierire il leader Pd, ma anche il conflitto interno alla corrente teodem, dove preoccupa, in modo profondo, la figura e il ruolo dei cattolici all’interno del maggior partito d’opposizione.
I primi malumori furono manifestati già in campagna elettorale dall’On. Paola Binetti, ai tempi dell’accordo con i radicali, e si acuirono con la successiva candidatura di Umberto Veronesi.
Si parlava, allora, del famoso codice etico, approvato con una certa fretta dalla direzione Pd e, evidentemente, ad oggi, non ancora metabolizzato.
I cattolici “a sinistra” appaiono sempre più imbarazzati, mal sopportati e componente marginale e non decisiva all’interno di un partito con velleità (future) di governo.
Non più tardi di 8 mesi fa, padre Bartolomeo Sorge, direttore di “Aggiornamenti sociali”, si esprimeva così sulla questione cattolica: “una cosa è che culture diverse si uniscano e trovino ciò che le unisce, altra cosa è imbarcare culture diverse che non condividono chiaramente i principi degli altri, solo perché si rischia di non avere il quorum”.
Recentemente Rosy Bindi ha scritto sulle colonne de “L’Unità” un interessante articolo dal titolo “I cattolici al tempo del Pd”, dove, sintetizzando, la tesi principale era di forte critica nei confronti dell’associazione “PeR” (vicina a Rutelli), reo di ricreare in realtà “un volto vecchio, quello gentiloniano della strumentalità con cui spesso sono utilizzati i cattolici in operazioni politiche di stampo moderato”.
All’On. Bindi, risponde piccato, il collega di partito Luigi Bobba, rilanciando il ruolo dei cattolici in politica (e nel Pd). PeR, replica, “è un modo per dire che non vogliamo essere confinati. Laicità non vuole affatto escludere l’essere cattolico in politica”.
E’ chiaro che "a queste latitudini” manchi terribilmente un partito come la Democrazia cristiana che, a torto o ragione, rappresentava gli orientamenti dei cattolici nella società italiana. Questo mondo, a sinistra, è alla ricerca di una identità politica. A destra, invece, è stato coltivato e forgiato con attenzione. Basti pensare alla “Carta dei valori” proposta da Berlusconi, dove viene esaltata la radice giudaico-cristiana dell’Europa, il sostegno alla famiglia (quoziente familiare), il rapporto fra pace libertà e diritti, l’importanza della sussidiarietà come nuovo modello di sviluppo, e non ultima, la necessità di riconoscere con chiarezza il ruolo attivo della famiglia, nella consapevolezza che questa non può essere sostituita da altre figure sociali.
Il bipolarismo ha colpito il mondo cattolico più duramente a sinistra che non a destra, ed è di fronte a quest’evidenza che si snodano le difficoltà dei “teodem”, vittime di una subalternità culturale a minoranze aggressive più che attive. Il mondo cattolico è indiscutibilmente l’asse portante della società italiana e non può farsi confinare nell’angolo.La confusione in cui versa il Pd, i limiti e le contraddizioni di questo “mutante della politica” che vanta al proprio interno anime troppo diverse per riuscire a sintetizzare un progetto di alternativa di governo, sono sintetizzate nel numero di correnti che lo compongono: Veltroni si è fatto la tv (YouDem), D’Alema si avvicina ai vecchi comunisti (vero Mussi?) con “Red”, alcuni ex popolari hanno fondato “White”, in contrapposizione all’ex presidente del consiglio, Enrico Letta 360, Rosy Bindi i “Democratici davvero”, Fioroni “Quarta Fase”, Rutelli, come sopra indicato “PeR”, Livia Turco ha creato “A sinistra”, Realacci “Ecodem”, Enzo Bianco “LiberalPd”, Morando “Libertà eguale”, Ivan Scalfarotto “I mille”, Mario Adinolfi “Generazione U”, Giovanna Melandri “Lib Lab”. Sarebbe utile ricordare al leader Pd che il mondo cattolico non è più solo un serbatoio di voti, ma una soggettività che può mettere in campo i propri valori. A destra, visto l’esito elettorale, l’hanno capito per primi.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Io non voterò più PD dopo il caso Englaro, mi spiace.

Anonimo ha detto...

Io non voterò piu il PDL dopo la strumentalizzazione della Englaro
Matteo