giovedì 10 luglio 2008

Eutanasia o liberazione?

Il tema dell'eutanasia è da sempre fonte di scontro fra laici e cattolici. Ora, con la sentenza del giudice della Corte d'Appello, che autorizza l'interruzione del trattamento che tiene in vita Eluana, la polemica si farà feroce. Credo che, in questi casi, sia meglio tenere i toni bassi e eliminare ogni tentativo integralista. Dissolvere la matassa sarà impossibile. Per un cattolico convinto e praticante la vita è sacra, ed ogni decisione ad essa rivolta spetta solo a Dio. Per tutti gli altri, invece, c'è un elemento, la dignità umana, che lo stato di inerzia e immodificabilità del dolore, dimostrato da Eluana in tutti questi anni, perennemente scalfisce. La violenza ideologica non ci aiuta a sciogliere questo dilemma. Non credo, altresì, che il babbo di Eluana che l'ha sostenuta, aiutata, "curata", per tutti questi anni, voglia improvvisamente e irresponsabilmente procurare una infamia alla figlia. Sono pieno di dubbi e a fatica riesco a farmi una opinione certa. In questi casi solo il cuore e la pietà umana, forse, possono aiutarci a capire. Nelle parole di papà Englaro ("le staremo vicini fino alla fine, per noi genitori sarà un sollievo") leggo solo la disperazione di chi ha lottato tenacemente per 16 lunghissimi anni. Il tormento di una famiglia distrutta (e sconfitta) va rispettato. Mi preoccupa pensare che un giudice possa decidere di una vita senza un testamento biologico comprovante le volontà certe dell'individuo, ma è anche vero, altresì, che nel caso di Eluana, c'è una famiglia che meglio di nessun altro ne conosceva il pensiero. Ripeto, ho molti dubbi: è eutanasia coercitiva o pietà per una persona "morta" 16 anni fa?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Gamaliele,
impossibile avere dei dubbi su un tema così semplice da dirimere: staccare la spina significa procurare la morte. Dubbi io non ne ho insieme a tutti coloro che dividono il bene dal male.

Tonio

gamaliele il fariseo ha detto...

Caro Tonio, è un mio limite sicuramente, ma un caso così tormentato e di coscienza non può non porre delle domande in ciascuno di noi. L'assolutismo che dimostri, sottolinea che la tua scelta è fatta. La rispetto. Io, invece, certezze non ne ho e aspetto di capirne di più, anche attraverso la nutrita rassegna stampa che circonda questo argomento. Grazie per l'apporto alla discussione.

Schmetterling ha detto...

Caro Gamaliele, rispondo a te e a Tonio: impossibile non avere dubbi. Spesso solo ascoltando le persone che hanno vissuto le esperienze sulla propria pelle comprendiamo certe scelte e certi gesti. Non voglio erigermi a Giudice senza aver dato udienza. Troppo grande il dolore per appiattirlo con un "ritenuto certo" confine tra il bene ed il male.